Una storia in musica

Inventata tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, la radio, ancora oggi, continua ad essere uno dei mezzi di comunicazione più importanti.
Ma chi fu il primo inventore? Fu l'inglese Oliver Lodge che nel 1894 costruì il primo rivelatore di onde elettromagnetiche. Nel 1895 arrivò Guglielmo Marconi che riuscì a raggiungere distanze di circa 2 KM. Nel 1898 le distanze aumentarono a circa 100KM e nel 1902 effettuò la prima trasmissione attraverso l'Oceano Atlantico. Fino a qui non era ancora molto chiara quella che sarebbe stata la sua eventuale e futura fortuna. E nei primi anni iniziarono a nascere una serie di comunità che erano veramente appassionati: i radioamatori. Furono loro i primi ad emettere le comunicazioni, soprattutto quelle di tipo militare. Infatti dopo la prima guerra mondiale le emittenti radiofoniche, soprattutto negli USA, aumentarono sempre di più. Prese così, sempre più piede, un utilizzo commerciale della radio. E le prime trasmissioni quotidiane nacquero nel 1920. Le emittenti trasmettevano soprattutto notizie e musica. Nel corso degli anni Trenta e Quaranta divenne un mezzo di propaganda politica.


Ma come funziona la trasmissione via radio:  Il suono trasmesso dalla radio viene trasformato per mezzo di microfoni in un’onda elettromagnetica di frequenza e ampiezza variabili. Tuttavia quest’onda ha una frequenza troppo bassa, e quindi un’energia troppo piccola, per essere trasmessa a grandi distanze. Viene quindi usata per modulare, cioè modificare  un’onda di frequenza molto più alta, detta onda portante proprio perché ‘porta’ letteralmente su di sé l’onda che si vuole trasmettere. I due tipi di modulazione più usati si distinguono in base a quale grandezza dell’onda portante viene modificata nel tempo e sono la modulazione di ampiezza (AM) e la modulazione di frequenza (FM). 

La radio è riuscita in tutti questi anni a far fronte a innumerevoli crisi come ad esempio l'avvento della Tv o anche dello stesso Internet e di tutte le varie piattaforme di streaming. Ma la sua non è una storia di resilienza ma di coraggio. Perché è riuscita ad essere una compagna di viaggio di moltissime persone che, soprattutto nel periodo delle due guerre, avevano bisogno di essere informate su ciò che stava accadendo attorno a loro. E ancora oggi, essa è la nostra compagna di viaggio quando dobbiamo raggiungere una meta o semplicemente ci mette di buon umore nei giorni tristi e uggiosi.
La sua forza sta nella parola viaggio. Viaggiare è un modo per cambiare, per trasformarsi, con la comparazione di altre culture. Ecco che la radio ha fatto, negli anni, un viaggio così lungo e duraturo, da modificarsi all'evoluzione della nostra società e delle diverse culture che ormai sono un po' insite in tutti noi.